Ogni giorno in Lombardia, nel 2012 si sono registrati in media 720 furti in abitazioni. In media un colpo ogni 2 minuti. In una settimana fanno la bellezza di 5040 furti. A fare impressione non è solo la quantità ma anche la crescita del fenomeno: + 23% dal 2011.
Ma non è solo la Lombardia a essere colpita dall’aggressione criminale. E’ l’intera penisola stando ai dati ufficiali del Ministero dell’Interno elaborati da Transcrime, Centro di ricerca congiunto delle università di Trento e Cattolica di Milano. Secondo i dati della ricerca, il numero delle denunce di furti in appartamento sono stati nel 2012 pari a 240 mila. Una crescita del 114% rispetto al 2004. Ovvero le case svaligiate sono state più del doppio nel giro di 8 anni. Da notare anche che nello stesso periodo il numero dei furti in generale è cresciuto di appena il 4%.
In cima alla graduatoria, tra le regioni, vi è la Lombardia dove si sono registrati 470,4 furti per 100 mila abitanti. Seguita da Piemonte (464,5), Emilia-Romagna (439,8), Toscana (437,8). All’opposto la regione dove si sono registrati meno furti in appartamento è il Trentino-Alto Adige (142,4). Leggermente di più in Basilicata (154,4), Calabria (156,2) e Campania (170,2). La media Italia è di 337,4 furti in abitazione per 100 mila abitanti.
Quanto alle macro-aree emerge il Nord-Ovest con una media di 456,4 furti in abitazione, seguito da Centro Nord (399,8), Centro (366,2), Nord-Est (355,9). Molto più tranquillo il Sud con soli 218,6 furti in appartamento, sempre per 100 mila abitanti.
Secondo il prof. Marco Dugato, ricercatore e docente dell’Università Cattolica, citato dal giornale milanese, sarebbe sbagliato attribuire l’aumento dei colpi in appartamento alla crisi economica. Chi rimane disoccupato o senza lavoro tenta il colpo della disperazione, lo scippo, la rapina o il furto in supermercato mentre il furto in appartamento richiede “un’abilità che non si improvvisa”. Quindi, siamo di fronte a professionisti che osservano con accuratezza i luoghi del possibile crimine, raccolgono le necessarie informazioni e studiano con attenzione le modalità di attacco.
Non sono noti i dati sulle modalità di penetrazione negli appartamenti. Di certo i criminali penetrano normalmente attaccando porte di ingresso, finestre e porte finestre.
L’ultima, amara, considerazione è che la fotografia che emerge dai dati del Ministero dell’Interno è incompleta. La realtà è ben più grave perché sono tanti i cittadini che per diverse ragioni non presentano denuncia alle forze dell’ordine.
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